il Giappone in Italia


My Boss My Hero

My Boss My Hero

Nagase Tomoya è Sakaki Makio, il figlio maggiore di un boss locale della yakuza. Makio è forte, non è mai stato sconfitto in combattimento, non ha paura di nessuno ed è destinato a succedere al padre come kumichou (capofamiglia).

Ma c'è un problema: Makio è baka (stupido). Non riesce a concentrarsi per più di pochi secondi per volta, non sa leggere bene e non sa neanche scrivere con i giusti ideogrammi il proprio nome! Non sa fare neanche le addizioni!

Dopo l'ennesimo affare che manda a monte con la sua mente eccelsa il padre decide che sarà il fratello minore, il laureando in America Mikio, a prendere le redini della famiglia. A meno che il 27enne Makio non torni al liceo e , spacciandosi per un 17enne, riesca a prendere il diploma. Per poter diventare il boss si sottomette suo malgrado alla decisione del padre.

Così cominciano le avventure tendenti al ridicolo, ma anche con scene toccanti, di questa serie. Dai superfaticosi tentativi di acquistare il budino al bar della scuola (che ha la fama di essere sublime ma ogni giorno ci sono solo poche porzioni) al bullo della classe che gli estorce i soldi e lui non può ucciderlo per non far saltare la sua copertura.

All'inizio è un supplizio, lui odia tutto e tutti e non riesce in niente, i compagni lo deridono per la sua stupidità e lui non si integra. Ma pian piano, grazie anche all'aiuto dell'amicizia di Sakurakouji (che a me pare amicizia interessata dato che ha tutta l'aria di essere omosessuale anche se all'ultimo ha degli spunti etero), che ha un nome troppo impegnativo e lui chiama Sakura-nantoka (Sakura-qualcosa) e dell'infermiera della scuola che gli insegna la gioia dell'imparare e della gioventù (con discorsi decisamente straccia-maroni), comincia ad apprezzare la scuola ed andarci tutti i giorni diventa normale. E ci sarebbe anche una tenera storia d'amore con la compagna di banco se facciamo finta che il fatto che lui abbia 27 anni e lei 17 non conti come quasi pedofilia.

Di pari passo con la school life Makio continua a vivere anche la mafioso-life contrapponendosi alle bande rivali e lavorando per i loschi affari di famiglia, con intermezzi di compiti a casa. E ci si mette anche il fratello Mikio che comincia a mostrare interesse per la successione a capofamiglia.

Qui sotto un video con un medley di scene salienti della serie con sottofondo la sigla di chiusura delle puntate. Sorafune, cantata dai Tokio, di cui Nagase Tomoya è il leader.

https://www.youtube.com/watch?v=PwoetVuPzU8

In conclusione anche questa è una delle mie drama preferite, divertente e commovente senza esagerare. Piena di buoni spunti. Consiglio a tutti quelli che non l'abbiano ancora vista di rimediare a questa gravissima pecca delle loro vite.

Provvedete e buona visione.

 

(Salvato Davide)