il Giappone in Italia


Strade e indirizzi in Giappone

Strade e indirizzi in Giappone

“In Giappone non ci sono indirizzi, quindi la gente si muove seguendo una serie di mappette che dicono dov’è il posto dando riferimenti comuni tipo – alla terza a sinistra dopo la farmacia di fronte all’uscita 3 della stazione- “
-Citazione:  Turisti per caso Giappone –
In Giappone non ci sono indirizzi? Ma che?
Quando il novello amante del Giappone inizia, da buon pokémon, ad evolversi in Giapporicercatore di informazioni, verrà subito a conoscenza, spesso cercando la via dell’hotel per vedersela su google maps, di un fattore molto particolare presente nel Sol Levante: la mancanza di indirizzi.
Non troveremo mai a Tokyo o Osaka: Via Roma, Corso Cavour o le nuovissime “Via Vigili del Fuoco caduti in servizio” o le nostre coloratissime “piazza dei caduti nella guerra del giorno X alle ore Y”.
Allora se devo andare da qualche parte, a Tokyo, come ci arrivo dal mio hotel? Anzi, come arrivo al mio Hotel?
Semplice, cerchi l’indirizzo.
Ma come, non si era detto che gli indirizzi non esistono?
Si, esistono, ma non come li intendiamo noi.
Prendendo Tokyo, una metropoli grande quanto il Belgio e con 13/15milioni di abitanti (a seconda o meno che si conti la “periferia”) risulterebbe difficile dare ad ogni singola stradina un nome.
E allora i Giapponesi come fanno a inviarsi lettere? Cioè usano la posta ma il postino dove le porta?
E qui arriviamo al dunque. (si faccio delle premesse lungherrime ma, come dice la filosofia zen “l’attesa è il miglior momento”)
Quando uno vi dice “Abito a Roma in via Giovanni Giolitti 1” voi, inconsciamente dite “si” ma in realtà non sapete dove sia quella “via Giovanni Giolitti” e, a meno che non conosciate la stazione Termini come le vostre tasche, la andrete a cercare su un qualsiasi sito di mappe.
E allora che differenza fa se io vi dicessi “Abito a Taito Ku, Ueno, 7-1-1”? Non andreste a cercare casa mia su un sito?
Quello che vi ho appena postato è un tipico esempio di indirizzo Giapponese e quindi possiamo dire che in Giappone gli indirizzi esistono e che, per quanto strani possano sembrare, forse sono più ragionati dei nostri.
Mettetevi nei panni di un turista: l’indirizzo Italiano come lo conosciamo noi non rende l’idea del luogo dove si trova l’abitazione che stiamo cercando. Dire “Via Roma” è come dire “Via Milano” dire: “Piazza Garibaldi” è come dire “Piazza Moro” non sappiamo la zona dove è ubicata la piazza o la via: magari se conosciamo un po’ la città “Via Roma” sarà vicina a “Via Milano” perché più o meno tendiamo a mettere i nomi delle vie di città vicini uno con l’altro ma in quale quartiere? E quindi se non abbiamo una mappa non sappiamo dove andare.
Invece i Giapponesi sono molto “avanti” negli indirizzi. La maggior parte delle strade (Dori)  principali ha un nome (Meiji 
Dori; Takeshita Dori ecc…) ma le vie secondarie non ha nome. I palazzi e le abitazioni sono rintracciabili tramite un sistema 
di indirizzi molto particolare e che, se analizzato per bene, risulta molto  più ragionato ed intuitivo del nostro.
Abito a Taito Ku, Ueno, 7-1-1: scomponiamo questo indirizzo e notiamo quanto sia facile da leggere (se translitterato, perché in kanji vi voglio vedere a leggerlo) e da trovare.
Iniziamo dicendo che Tokyo è una metropoli e che quindi comprende al suo interno delle città vere e proprie che ormai sono state inglobate e sono diventate dei quartieri giganteschi chiamati “prefetture” (Per fare un esempio di paese-quartiere italiano: fiumicino è un paese vicino Roma ma ormai è così vicino alla città che ormai è considerato un quartiere, così come Linate e Milano e così come Palese a Bari. Infatti gli aereoporti presenti in questi paesi sono considerati aereoporto di Roma, Milano, Bari), a loro volta le “prefetture” sono divise in quartieri.
Nel nostro indirizzo abbiamo quindi TAITO-KU (prefettura di Taito che è a Tokyo ma non è Tokyo città ma Tokyo metropoli) e UENO cioè il quartiere di Taito dove si trova il posto.
Quindi un turista sa benissimo che per andare dove deve andare (noio vulevòn savuà) deve recarsi a UENO, e come trova UENO? Semplice, è una stazione della metro. Quindi il problema dell’individuare la “zona” è superato (non come in italia, che ci sono i quartieri e la metro o il bus hanno il capolinea in vie sperdute).
Ora la cosa diventa un po’ complicata ma sempre “fattibile”.
Quei numerini 7-1-1 corrispondono ad ulteriori info sul posto da raggiungere.
Il “quartiere” di Ueno è suddiviso a sua volta in “chome” che possiamo tradurre come “blocchi di case” quindi ci basterà trovare il chome giusto che spesso troviamo indicato nelle stesse piantine del quartiere della metro. Troviamo l’uscita giusta che ci porta al chome 7 e adesso cerchiamo il famigerato posto.
Ogni chome è suddiviso in sottoblocchi di palazzine a seconda della loro costruzione (la più vecchia avrà il numero 1 e poi a salire) quindi dobbiamo trovare nel chome 7 la palazzina numero 1 e, una volta trovata, trovare l’ingresso (il numero civico) 1 e saremo arrivati a Taitoku – Ueno – 7-1-1
 

Ricapitolando:

Tokyo= area metropolitana di Tokyo

Taito-Ku= Prefettura di Taito

Ueno= Quartiere di Ueno (detto anche circoscrizione)

Chome (丁目)7= Blocco 7 (anche detto distretto)

1 = numero Palazzina

1= numero civico

Ed  ecco una piccola immagine esplicativa:

 

Appendice: Perché allora i Giapponesi si perdono e/o fanno mappette?

Una crescita urbanistica fuori controllo con case che nascono e crescono come funghi per poi essere rase al suolo e ricostruite ogni tot anni ha fatto in modo che anche un sistema preciso di indirizzi come quello Giapponese abbia i suoi difetti (da tenere anche conto del fatto che i numeri civici dei palazzi  giapponesi non seguono un ordine crescente o decrescente ma quello relativo alla costruzione dei palazzi stessi, NDR).

Quartieri e circoscrizioni sono sempre facilmente raggiungibili grazie alle stazioni della Metro spesso messe al centro di essi e spesso con lo stesso nome del quartiere. Infatti se cercate l’Hard Rock di Tokyo Ueno, troverete dopo Ueno il suffisso –eki, proprio perché il negozio è NELLA stazione di Ueno.

I chome e le palazzine invece spesso non sono disposti in ordine crescente o sequenziale (a destra pari, a sinistra dispari) ma sono posti quasi casualmente.

Ancora di più le palazzine prendono il civico a seconda della loro data di costruzione quindi se oggi accanto alla palazzina 2 viene costruita un’altra palazzina questa diventerà palazzina, che ne so, 50 e quindi troveremo vie dove la palazzina 80 e vicina alla 65.

In più questo sistema non indica la via per arrivare al palazzo ma solo il numero del palazzo quindi magari la strada che lo raggiunge non è facilmente visibile, è piccola oppure va imboccata da un certo punto.

Quindi si prendono e si danno punti di riferimento in modo da raggiungere il posto più facilmente. Sono molto usati i combini (presenti su molti isolati), negozi particolari, farmacie e tutto ciò che è visibile e facilmente individuabile (è facile dire: esci dalla stazione e dopo la farmacia gira a destra perché la farmacia è visibile). Nel caso non ci siano punti di riferimento particolari il Giapponese medio vi farà la “mappetta” in modo da raggiungerlo facilmente.

Se avete ancora difficoltà c’è sempre Hachiko che vi aspetta fuori Shibuya,  ma questa è un’altra storia che forse vi racconterò…
 
(Alessio Giungato)
 
Avendo nel tempo trovato diverse volte suffissi particolari negli indirizzi giapponesi, ho cercato di elencarli tutti e di riportare una traduzione che secondo me potrebbe essere veritiera o comunque molto vicina alla verità (asintotica diciamo). Ecco cosa ho ricavato:
SHI/MACHI = città
HEN (ERIA) = zona
TO = area metropolitana
KEN/FU = prefettura
KU = distretto
CHO = quartiere
CHOME = borgata
YAMANOTE = quartieri alti
SHITAMACHI = quartieri bassi
BANCHI = n° civico
 
(aggiunta a cura di Flavio Spezzacatena)